Una settimana dopo…


Ebbene sì, esattamente giovedì scorso entravamo nella maestosa piazza di Santiago de Compostela. Il nostro ultimo racconto si fermava proprio in quel momento.

Il nostro cammino, la nostra avventura era terminata. In realtà dovevamo ancora tornare a casa, quindi l’avventura non era ancora conclusa, ma eravamo molto fiducioso sul fatto che sarebbe andato tutto liscio. Dopo le fotografie di rito nella piazza, decidiamo di andare in albergue, una bella doccia ci stava.

Questo momento lo ricorderó per sempre. Alex è un coccolona solo quando lo vuole lui e di solito, dopo una bella camminata, adorava sdraiarsi in un posto fresco. Se lo facevo salire sul letto, si ci saliva, sue coccole e poi giú di nuovo. Quel giorno però, era diverso.

Entriamo nella stanza dell’albergue, poso lo zaino, acqua fresca per lui. Entro un doccia. Penso di esserci stato almeno un’ora. Non ero nemmeno così stanco, la tappa era stata breve.  Mi cambio, libero il letto da tutte le cose e mi sdraio. Tempo due secondi sento Alex che si alza e pensavo volesse bere o semplicemente cambiare posto per riposare. Ah, sorpresa. Salta sul letto, mi da una leccatina alla faccia e si sdraia appoggiando la sua testolina sulla mia gamba. Mi sento leggero, felice. Mi sento le lacrime agli occhi. Si, ho iniziato a piangere. Non l’ho fatto all’arrivo. Ero ancora preso da mille cose si vede. In quel momento ero rilassato, con il mio fedele amico lí. Ho realizzato che ce l’avevano fatta.

Quanti pensieri viaggiano nella mia testa. I compagni di viaggio dell’anno scorso, Isidor e Lily, le persone che ho incontrato quest’anno. Poche, ma sempre speciali. È stata davvero un’avventura lunga, faticosa ma stupendamente fantastica. Inizio a massaggiare Alex, lui gradisce parecchio e dopo poco mi addormento, anzi ci addormentiamo. Non credo di aver mai dormito così profondamente in tutto il cammino. Ci risvegliamo dopo un paio di orette e lui è ancora lì, appoggiato a me. Allungo le braccia dietro di me per stiracchiarmi, lui sospira, si alza e si riappoggia a me. Ma questa volta rivolto verso di me. Mi dispiace muovermi, non ho più sonno ma rimango lì. È buffo il ragazzo, sta sognando qualcosa, chissà che cosa. Continua a muovere le sopracciglia ed il labbro con i relativi baffotti.

Da quel momento faremo i turisti per Santiago. In giro nei negozietti e sicuramente  tanto riposo.

È passata una settimana ma i ricordi sono freschi, sono ancora vivi, proprio come se fossimo arrivati questa mattina.

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Categorie:Cammino del Nord

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